Un
decalogo per il farmaco
Il
farmaco rappresenta
una delle sintesi più alte
del progresso compiuto dall'umanità
nella sua storia. La lotta
contro il dolore, la malattia e la morte è infatti da
sempre la priorità assoluta del genere umano, il cui percorso di sviluppo è
stato segnato e reso possibile anche - se non soprattutto - dalle progressive
conquiste della scienza medica, favorita e sostenuta dal decisivo contributo di
ricerca dell'industria farmaceutica. Il grande
risultato rappresentato dalla possibilità di disporre con facilità di prodotti
che curano e guariscono le malattie, consentendo di prolungare l'aspettativa di
vita a livelli di durata e di qualità impensabili appena qualche decennio fa,
rischia però di generare il pericoloso "effetto collaterale" di
atteggiamenti eccessivamente disinvolti nel ricorso al farmaco, dei quali già
da tempo si colgono peraltro i segni. È infatti
incontestabile che in strati sempre più ampi dell'opinione pubblica la
percezione e la considerazione dei prodotti medicinali - per una complessa
serie di ragioni di natura culturale, sociale ed economica - sono andate
progressivamente cambiando. Sono infatti sempre di più
le persone che tendono a
non considerare o a
sottovalutare le ineliminabili criticità del farmaco e i
rischi inevitabil-mente connessi al suo impiego,
rischi che affondano nei suoi stessi presupposti costitutivi: non va mai
dimenticato, infatti, che si parla di una sostanza che, quando introdotta in un
organismo vivente, determina una o più variazioni funzionali. È anche a causa
del progressivo processo di "banalizzazione", che rischia di
trasformare il farmaco in ciò che non è, ovvero un
semplice prodotto di consumo, che i fenomeni di
tossicità da farmaci, specialmente in alcune
condizioni e situazioni (anziani, soggetti con trattamenti cronici o multipli) è in pericoloso e sensibile aumento ormai da qualche anno, arrivando a rappresentare un'autentica
emergenza sanitaria in tutto il mondo avanzato. Proprio per concorrere a
ristabilire nell'opinione pubblica una più
corretta considerazione del bene farmaco, finalizzata a
un suo uso più responsa-bile, consapevole e appropriato,
Le dieci regole da ricordare
Il
farmaco:
I
è
un
bene esistenziale, concepito e prodotto per
tutelare la vita e la salute delle persone e per consentire loro di vivere più
a lungo e con la migliore qualità di vita possibile
II
deve possedere, per essere
utile,
tre necessari requisiti:
sicurezza
(tutti i farmaci possiedono una potenziale tossicità e va dunque salvaguardato
il rapporto più favorevole tra i benefici attesi e il rischio di effetti avversi)
efficacia
(deve cioè poter modificare il decorso di una malattia o curarne i sintomi o
prevenirli)
qualità (le specialità medicinali
posseggono contenuti e caratteristiche certificati e garantiti in ogni fare di
vita del prodotto, dalla produzione alla distribuzione) a questi tre requisiti
deve necessariamente accompagnarsi la condizione dell'impiego corretto
e appropriato: il farmaco si usa infatti solo in caso di
necessità, alle giuste dosi e per il periodo necessario)
III
possiede inevitabili e forti
profili di criticità:
tutti i farmaci, compresi quelli da automedicazione acquistabili senza ricetta,
esercitano un'attività terapeutica,
hanno
controin-dicazioni
e possono causare effetti
collaterali anche gravi.
Se assunti insieme ad altri farmaci o ad altre sostanze, come ad esempio
l'alcool, moltissimi farmaci possono inoltre dare luogo a interazioni
pericolose,
procurando gravi danni alla salute
IV
è
un
prodotto ad altissima specificità composto
da due parti inscindibili: quella
sostanziale,
rappresentata dal principio attivo in esso contenuto; quella formale,
altrettanto necessaria, costituita dal complesso di informazioni, indicazioni,
avvertenze e consigli per l'impiego forniti dalle aziende che lo producono,
dalle autorità sanitarie che lo autorizzano, dai medici che lo prescrivono e
dai farmacisti che lo dispensano.
V
è
un
prodotto destinato a una terapia o a
finalità preventive
e come tale non si consuma ma
si
impiega. Proprio per questo,
l'erogazione dei farmaci è sottoposta a regole rigide, nel superiore interesse
della tutela della salute
VI
è
un
bene di salute
e non una merce qualsiasi,
e come tale non può essere oggetto di sollecitazioni a
un maggiore consumo, né trasparenti né occulte: assumere maggiori quantità di
farmaci o usarli quando non servono può causare gravi danni alla salute
VII
se usato
impropriamente,
in assenza di vere malattie o, come spesso
accade, per soddisfare spinte psicologiche che andrebbero affrontate in modo
diverso,
può essere causa
di malattie
VIII
ha
la
naturale sede di erogazione nella
farmacia, presidio di salute aperto
a tutti, sottoposto al controllo delle autorità sanitarie e affidato alla
responsabilità di un professionista,
il farmacista.
Ciò per garantire ai cittadini la necessaria sicurezza nell'accesso alle
medicine, all'interno di un rapporto fiduciario che si sostanzia nella consulenza
e assistenza
farmacologica, ovvero l'insieme di consigli e avvertenze per conservare e
usare bene i farmaci, anche i più noti e comuni, riducendo i rischi connessi al
loro impiego
IX
insieme a un connaturato e non quantificabile valore etico, sanitario
e
sociale, ha un
costo
economico, sostenuto dal SSN o
direttamente dal cittadino. Usare male i farmaci o sprecarli, dunque, al di là delle possibili conseguenze sulla salute, significa
sottrarre risorse che potrebbero essere impiegate per una sanità migliore. Per
contro, il farmaco usato con la necessaria appropriatezza
è anche
un investimento
che produce enormi
risparmi, eliminando o mantenendo sotto controllo patologia che, altrimenti, potrebbero richiedere ricoveri ospedalieri o altri e più
costosi trattamenti e interventi terapeutici.
X
non
ha mai lo scopo di sostituirsi a
corrette abitudini di vita:
non ha senso ricorrere a un farmaco se poi si adottano
comportamenti sbagliati, regimi alimentari scorretti o si trascura l'attività
fisica. È sbagliato pensare che esiste sempre un farmaco adatto a risolvere i
nostri problemi; bisogna invece sforzarsi di capire qual è il modo per
conservarsi in buona salute e quali possono essere le cause dei nostri
malesseri, con l'aiuto del medico e del farmacista
In
farmacia
Cinque
domande da rivolgere sempre al tuo farmacista per usare al meglio i farmaci
A quasi tutti capita, prima o
poi, di dover prendere una compressa, magari per combattere un sintomo che può
apparire banale. Non facciamolo a cuor leggero: il farmaco non è mai un prodotto neutro ed è bene assumerlo con prudenza: un semplice
antistaminico preso per combattere i fastidiosi sintomi di un'allergia, ad
esempio, può provocare stati di pesante sonnolenza che, se dovessimo metterci
in viaggio guidando una macchina, ci esporrebbero a
gravi rischi. Bisogna stare attenti soprattutto quando
si segue già una terapia con altri farmaci, come spesso accade agli anziani e
ai malati cronici: le medicine, come le persone, possono anche non andare d'accordo
tra loro e le conseguenze di un'eventuale interazione possono talvolta essere
gravi o fatali. Ecco perché, quando ci rechiamo in farmacia,
dobbiamo sempre preoccuparci di rivolgere qualche semplice ma importante
domanda al nostro farmacista: lui sarà lieto di rispondere, perché questo è il
senso della sua professione, e noi potremo assumere più tranquillamente il
nostro farmaco, impiegandolo al meglio e senza rischi. E, magari,
risparmiando anche qualcosa.
- Come, quando e per quanto tempo devo prendere
questa medicina?
- Questo farmaco può dare luogo a interazioni pericolose se assunto con altri farmaci o con
particolari alimenti?
- Questo farmaco ha effetti collaterali
conosciuti? E quali?
- Come devo conservare questo farmaco? Per
quanto tempo è utilizzabile, una volta aperta la confezione?
- Ci sono equivalenti generici che
corrispondono a questa specialità medicinale?
Al
farmacista, la raccomandazione
di raccomandare...
In tempi in cui l'accesso
al farmaco è più ampio e diffuso e le dinamiche
demografiche rendono sempre più esteso il fenomeno della cosiddetta "politerapia", è essenziale moltiplicare gli sforzi per
monitorare ogni effetto indesiderato e ogni reazione avversa da farmaco. Il
farmacista può fare molto per sviluppare l'attività di farmacovigilanza,
soprattutto per i farmaci di automedicazione. A
lui, dunque, va rivolta una particolare raccomandazione: quella di non
dimenticarsi mai di raccomandare ai clienti di segnalare subito ogni
eventuale sospetta reazione avversa
legata all'impiego di un
farmaco e, dopo averla valutata e aver verificato che non è compresa tra quelle
già riportate nel foglio illustrativo,
trasmetterla subito alle
autorità sanitarie competenti. La sicurezza delle
terapie farmacologiche e la salute dei cittadini si
salvaguarda, e in modo importante, anche con un'attenta, vigile, costante e
responsabile attività di farmacovigilanza: il
farmacista può e deve esserne un protagonista.
Da www.cartadelfarmaco.it